sabato 18 settembre 2010

Buon Compleanno Super Mario

Tanti Auguri, Mario! Il baffuto idraulico italo-americano ha da poco festeggiato i 25 anni di gloriosa carriera, una tenuta assai rara nel mondo dei videogame. Non a caso Mario è indiscutibilmente il personaggio dei videogiochi più famoso di tutti i tempi (l'unico che poteva competere, Pac-Man, è ancora una celebrità, ma ormai in pensione).

La data a cui si fa riferimento è infatti il 13 settembre 1985, quando uscì il leggendario Super Mario Bros. per Nes. Il suo inventore risponde al nome di Shigeru Miyamoto, autentico genio deivideogame – è lo stesso che ha creato anche la serie di Zelda, per capirci.

In realtà, Mario era già in giro da alcuni anni. Era comparso la prima volta nel 1981 in Donkey Kong, nel quale era noto con il nome di Jumpman (ma Miyamoto lo chiamava Mr. Video), e poi ancora nel 1983 in Mario Bros. Ma il primo capitolo della serieSuper Mario Bros., nel 1985 appunto, è quello che lo

ha reso una star internazionale. Con oltre 40 milioni di copie è stato per oltre vent'anni il gioco più venduto di sempre, scavalcato solo nel 2009 da Wii Sports (che però si trova incluso nella confezione del Wii, un notevole vantaggio).

Altre cifre: la serie intera ha venduto finora oltre 240 milioni di copie, mentre secondo Nintendo Mario è comparso in più di 200 giochi (il Guinness del 2008 ne riportava invece "solo" 116, esclusi remake, adattamenti e conversioni).

In tutti questi anni di successi, si sono accumulate montagne di aneddoti sull'idraulico italo-americano. Ecco allora 5 curiosità su Mario che non tutti conoscono.


- Come si può dedurre da "Mario Bros.", ossia "i fratelli Mario", il cognome del nostro idraulico è appunto Mario. Per quanto suoni bizzarro, quindi, le sue generalità complete sono Mario Mario (il fratello invece si chiama Luigi Mario). Nintendo non ha mai confermato l'ufficialità del cognome, che però è comparso nel tragico film del 1993 e in alcune guide ufficiali e viene dato per buono ormai da tutti.

- L'aspetto inconfondibile di Mario in realtà nasce dai limiti tecnologici dell'epoca. Quando creò Mario, Miyamoto aveva a disposizione giusto una manciata di pixel cubettosi, e così ricorse ad alcuni escamotage: il naso grosso permetteva di identificare subito il volto, i baffi evitavano di dover disegnare la bocca e il cappello ovviava al problema di animare i capelli. Voilà!

- In Donkey Kong, quando ancora si chiamava Jumpman, Mario non era un idraulico, ma un falegname.

- Il nome Mario viene da un certo Mario Segale, che era il proprietario dell'edificio dove avevano sede gli uffici della Nintendo americana a inizio anni Ottanta. Quando notarono la somiglianza tra Segale e il personaggio, i dipendenti di Nintendo cominciarono a usare il nome Mario, che fu utilizzato per il lancio del gioco in America e poi adottato definitivamente.

- Dal 1995 la voce di Mario è fornita dall'attore e doppiatore Charles Martinet. Il "Mamma mia!" che avete sentito negli ultimi 15 anni è suo. Martinet è anche la voce di Luigi, Wario, Waluigi, Mastro Toad, Baby Mario, Baby Luigi, Baby Wario.

mercoledì 18 novembre 2009

L'Islam moderato a puntate prosegue...

L'inchiesta Undercover Mosque trasmessa il 15 gennaio 2007 sul canale Channel 4 britannico ha registrato Imam che nelle moschee affermavano:

- Non potete accettare il governo dei kafir, noi dobbiamo governarci da soli e dobbiamo governare gli altri.

- Dovete attaccare con bombe gli interessi indiani e, per quanto riguarda gli ebrei, dovete assassinarli.

- Nella vostra situazione dovete vivere come uno stato nello stato, finché prevarrete. Ma nell'attesa, dovete pregare, finché non diverrete una forza tale che la gente semplicemente si sottometterà a voi, mani in alto, finché non sarete forti abbastanza da prevalere.

L'inchiesta di Annozero su una moschea di Torino trasmessa il 29 marzo 2007 ha registrato l'Imam di Torino-Porta Palazzo Mohamed Kohail che affermava:

- Non c'è dialogo con gli infedeli.

- Con gli atei nessun compromesso: si uccidono e basta.

Un video sul IX Congresso del Centro culturale islamico di viale Jenner a Milano, sequestrato dall'antiterrorismo nel 2002 nell'abitazione di Murad Trabelsi, membro di una organizzazione terroristica che reclutava kamikaze per l'Iraq e trasmesso durante Studio Aperto Live (Italia 1) dell'11 febbraio 2006 documenta Muhammad al-Fizazi (noto anche come «l'imam itinerante») affermare durante il IX Congresso del Centro culturale islamico di viale Jenner a Milano tenutosi a Modena l'11 settembre 2000 (esattamente un anno prima dell'attacco alle Torri Gemelle di New York):

- I miscredenti sono nemici. Tra noi e i miscredenti vi è l'odio. L'inimicizia e l'odio regneranno tra noi e loro per sempre, fino a quando non crederanno nel solo Allah.

- Tutto il pensiero democratico è in contrapposizione con il pensiero islamico. Tutti gli obiettivi democratici cozzano con gli obiettivi islamici.

- Noi abbiamo una sola grandissima libertà, quella di essere liberi dentro i limiti, i vincoli della sharìa (la legge del Corano). Non vi è libertà di prostituzione nel nostro Paese, nel Paese dell'Islam. Non vi è libertà di fornicare, di consumare alcolici, di truccarsi. Non vi è libertà per i rinnegati nell'Islam.

- Se si taglia la mano del ladro si compie un atto compassionevole. Perché così facendo si tutelano i beni della gente. Così pure quando si lapida un ubriacone. Che è un atto duro, ma lo si fa per tutelare la mente, la dignità della gente.

- Il Jihad: sangue, brandelli di carne, sgozzamenti, assedi. Tutto questo è compassionevole.

Nel 2007 il Ministro degli Interni Giuliano Amato ha anche affermato che vietare il velo "a priori significa imporre la propria ideologia imperialista"...e imporlo?

In Olanda all'assassinio di Theo van Gogh l'artista Chris Ripke ha reagito dipingendo un murales sul muro esterno del suo studio: un angelo, la data di morte del suo assassinio e la scritta "Gij zult niet doden" (non uccidere, uno dei dieci comandamenti). I musulmani di una moschea vicina hanno denunciato il fatto al sindaco come offensivo e questi ha subito inviato la polizia a cancellarlo. Il reporter Wim Nottroth che ne ha documentato la distruzione e tentato di ostacolare l'esecuzione dell'ordinanza è stato poi arrestato.

Sempre in Olanda, la bandiera nazionale è stata vietata in molte scuole perché considerata discriminatoria dagli immigranti musulmani. Stessa sorte è toccata a gagliardetti ed adesivi sulle automobili dato che chi li esponeva era affrontato dai musulmani ed accusato di fascismo.

In Svezia un'organizzazione islamica ha chiesto leggi separate per i musulmani, l'impegno del governo a costruire una moschea in ogni città, paese, sobborgo e la presenza degli imam nelle scuole pubbliche.

Nel Regno Unito tra i musulmani cresce l'ostilità verso la Union Jack, da essi giudicata "grondante sangue". Per questa ragione la bandiera è scomparsa da un varco dell'aeroporto londinese di Heathrow, dai taxi delle città di Blackpool e Cheltenham e dalla stazione dei pompieri di Barking.

Nella tradizione islamica, la taqiyya indica la possibilità di rinnegare esteriormente la fede, di dissimulare l'adesione ad un gruppo religioso e praticarne i riti di nascosto per sfuggire ad una persecuzione. Prossimo al concetto di taqiyya è quello di kitmān che consiste nel dire solo una parte della verità riconoscendosi la riserva mentale di omettere il resto celando magari le proprie reali intenzioni.
Secondo alcuni, taqiyya e kitmān sono oggi ampiamente utilizzati dagli islamisti come strumento di lotta politica per diffondere ed affermare le loro idee nei paesi occidentali. Partendo dal comandamento coranico che impone ai musulmani di perseguire sempre e comunque l'allargamento dell'Islam, gli islamisti si riterrebbero, infatti, autorizzati/obbligati ad utilizzare a fini propagandistici taqiyya e kitmān per vincere l'ostilità dell'Occidente verso la loro fede, se questa fosse rivelata fino in fondo. Questo concederebbe loro un grosso vantaggio competitivo negli scontri dialettici, sia approfittando della scarsa conoscenza degli interlocutori dei principi dell'Islam (a partire dagli stessi concetti di taqiyya e kitmān ) sia sfruttando la presunzione di onestà intellettuale loro accordata.

Secondo un sondaggio condotto nel 2007 tra i musulmani del Regno Unito risulta che:
- l'86% reputa la religione come la cosa più importante della propria vita.
- il 28% vorrebbe vivere in Gran Bretagna con la shari'a.
- il 35% vorrebbe scuole islamiche statali per i loro figli.
- il 51% crede che una donna musulmana non dovrebbe sposarsi con un non musulmano.
- il 31% reputa legittima la pena di morte per gli apostati musulmani.
- il 61% dichiarerebbe illegale l'omosessualità.

Da altri sondaggi risulta che:

- il 56% dei turchi in Germania non vuole adattarsi ai costumi occidentali.
- il 40% considera sionismo, Unione Europea e Stati Uniti una minaccia per il mondo islamico.
- il 30% si dice disponibile a ricorrere alla violenza contro i non musulmani, se questo potesse giovare alla comunità islamica.
- l'81% dei musulmani britannici, il 69% di quelli spagnoli, il 66% di quelli tedeschi ed il 46% di quelli francesi si sentono prima di tutto musulmani e poi cittadini del loro paese.

Io sono fermamente convinto che ci sia tanta brava gente che merita di stare qui. Anche più di molti italiani o europei. Ma sono anche convinto che ce ne sia altrettanta che non va bene. E questo è dimostrato per esempio dagli ultimi casi in cui persone perbenissimo e integrate al livello massimo hanno improvvisamente compiuto atti terroristici (in Texas, a Milano, a Londra nelle metropolitane)....

sabato 17 ottobre 2009

Lo spettro delle BR minaccia il governo

(AGI) - Roma, 17 ott. - Il quotidiano 'Il Riformista' ha ricevuto una lettera contenente minacce nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, del presidente della Camera Gianfranco Fini e del leader della Lega Umberto Bossi. A confermarlo è stato il direttore Antonio Polito. Nella missiva, firmata Brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente, si indicava le 23:59 di ieri come termine ultimo entro i quali i tre esponenti politici avrebbero dovuto rassegnare le dimissioni. "Lasciate la politica e il primo (Berlusconi n.d.r.) si consegni alla giustizia comune perché in quella comunista la sentenza sara' inevitabile", si chiude il messaggio consegnato alla Digos di Roma.

Come spesso accade le persone di cui si può aver paura per davvero sono quasi sempre solo da una parte. La questione rappresenta un boccone amaro che né la politica né l'informazione riescono a digerire e tanto meno a sputare senza doverosi ed inutili scontri con il "buonismo" ormai radicato profondamente nella politica. Il problema è che balzano agli occhi incoerenze in ogni dichiarazione che abbia come oggetto del dibattito i giovani ragazzi della sinistra militante. Bisogna innanzi tutto precisare come ogni forma di violenza sia da condannare fermamente ed altrettanto fermamente sia da punire in modo duro ed educativo. Ma sempre più spesso quando ci si trova a dover giudicare manifestanti rei di pestaggi, danni alla società, al luogo che fa da sfondo alla manifestazione, a insulti gravi e spesso meschini fin nelle più recondite fibre delle lingue che li pronunciano (per esempio il famoso coro che inneggiava a 10, 100, 1000 Nassirya), ci si trova sempre a fare i conti con una difesa obbligata, che usa toni inquisitori nei confronti degli stessi tutori della legge e talvolta anche contro le stesse vittime.
Va ammesso che le forze dell'ordine, nell'esercizio del proprio compito, vanno fuori dalle righe ma bisognerebbe che tutti notassero come sia un segno di premeditazione alla violenza un gruppo di manifestanti con passamontagna, scudi, bombe, martelli o mazze di legno. Tanto più che si tratta di manifestanti dichiaratamente a favore della pace. In questa pace e questa democrazia, che tanto viene predicata nei confronti delle fasce deboli delle società del mondo e di chi, purtroppo, si è trovato a commettere gravi errori, non trovano posto coloro che, libertà di parola permettendo, si trovano sfortunatamente a pensarla diversamente da questi ragazzi della sinistra nostalgica.
Addirittura ne fanno le spese anche innocenti persone che si trovano ad aver perso la macchina o a dover ricostruire il proprio negozio solo per il diritto a manifestare di certe teste calde.
L'incoerenza delle loro azioni e di chi le difende o le minimizza sperando che tutto vada in quel capiente dimenticatoio salva-voti in cui tutti scaricano le coscienze il più velocemente possibile è un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei "bravi" cittadini ed un pericoloso via libera alla vena violenta di una gioventù schierata che fa male agli altri prima che a se stessa.

Tornando alla notizia di apertura, siamo di fronte all'ennesima dimostrazione di intolleranza e non-democrazia di un movimento che, se portasse realmente a termine quanto detto, segnerebbe la definitiva e probabilmente ingiusta fine della vera sinistra italiana.

venerdì 16 ottobre 2009

Milano. Libico lancia bomba contro caserma. Riflessioni sull'Islam.

Paix et amour pour tous.
Frères musulmans.
O almeno così quanlcuno racconta...

Adesso tutti tranquilli. Poi se va male tutti a piangere. Alcuni musulmani si integrano si. Ci sono tante brave persone tra loro è vero. Ma i fatti dimostrano che non sai mai realmente cosa aspettarti. Questo libico di 35 anni, tale Mohammed Game, era in Italia da 12 anni, lavoratore, rispettabile immigrato con documenti regolari, talmente integrato da essere convivente con un'italiana. Se la storia vi suona in qualche modo familiare, è perché la si è già sentita per gli attentatori alla metropolitana di Londra. Dove, se qualcuno non rimembra, il vicino di casa di uno di quei terroristi, nonché suo migliore amico, si disse esterrefatto e che trovava fosse tutto assurdo. D'altra parte erano andati a mangiare e giocare a cricket insieme solo il giorno prima ed era una persona adorabile. Sia con lui che con la sua famiglia. Un vero inglese.
Se si vuole continuare a fare dichiarazioni in stile "paese dei balocchi e dei benpensanti e speriamo passivamente nel futuro" può anche star bene. Ma se si vuole cominciare a rendersi conto che l'Islam ha difficoltà di integrazione più che notevoli (e non certo perché manchino sufficienti politiche di integrazione sociale o per intolleranza della popolazione "indigena" )...
Se si vuole far caso al fatto che ovunque, in ogni parte del mondo, civilizzato e non, occidentale o orientale, il grosso dei problemi di questo tipo viene sempre dall'Islam. Che sia sciita o sunnita. Sarà una coincidenza?
Non si può nemmeno pensare che sia una questione di convivenza con l'occidente.
Questo perché odiano o comunque non vedono di buon occhio l'Occidente e il Cristianesimo. In nessun paese islamico i cristiani hanno la possibilità di sentirsi al sicuro e per nessuna ragione al mondo un musulmano può liberamente cambiare confessione. In aggiunta, non meno importante è da notare che questi comportamenti vengono mantenuti persino nei paesi nei quali emigrano e conseguentemente molti non vedono di buon occhio neanche i cristiani autoctoni.
Odiano il buddismo ed oltre agli scontri Uiguri con la maggioranza cinese Han, che potrebbero essere comunque giustificati dalla politica cinese che tutto comanda e tutto può beffandosi bellamente di ogni ragione e di ogni verità e giustizia, non si può ignorare che distrussero con piacere quelle inestimabili opere d'arte quali erano gli imponenti Buddha nella valle afghana di Bamyan, la cui unica colpa era quella di rappresentare qualcosa di diverso da Allah.
Per analoghi motivi sono in lotto con gli induisti trasformando quello che una volta era considerato il giardino dell'Eden in un inferno di violenza, il Kashmir. Non accettano le religioni animiste che mai hanno avuto la pretesa di innalzarsi a religione dominante in nessuna parte del mondo. E lungo o lunghissimo sarebbe il discorso sulla convivenza tra musulmani ed ebrei. Il fatto incontestabile che siano i musulmani a rappresentare il grosso dei problemi di integrazione del mondo, ripeto, lo si può facilmente notare dal fatto che non c'è un paese che non abbia problemi ovunque ci sia la loro presenza "nuova". Australia, America, Russia, Europa, Cina, India e chi più ne ha più ne metta. E si può continuare dicendo che raramente si sentono casi di intolleranza del migrante verso la cultura ospitante o casi di negazione di ogni forma di integrazione da parte di immigrati aderenti ad altre fedi o confessioni. L'unica eccezione dove si può notare un difficile comportamento degli immigrati non musulmani viene da quei paesi che hanno avuto una fortissima perdita di valori dovuti ad un recente aspro regime comunista. Ma avendo la religione in comune, l'integrazione si fa decisamente più facile e veloce.
Inoltre, giusto per informazione, il Corano invita il musulmano mentire e farsi credere diverso agli occhi del cristiano o dell'infedele, per poter guadagnare la sua fiducia. E se in minoranza numerica, consente di farlo fino a che il numero non consentirà di cambiare e schiacciare gli infedeli. Non è un'interpretazione di parte. E' il corano che predicano nelle moschee gli Imam (non tutti fortunatamente, ci sono anche persone molto giuste e sagge) di tutti i paesi, compresi quelli europei.
La grande paura che spesso si sente è quella di un'Europa musulmana. I motivi percui forse non è da temere sono tanti. Tra i più degni di nota c'è la nota europea targata 2009 che fa notare come la tendenza della natalità dell'Europa (escludendo i figli dei migranti) è tornata a crescere. E il secondo motivo degno di menzione è che sono di più gli immigrati cristiani e altre religioni (buddismo e induismo) di quelli musulmani.
Poi si può sperare nella mescolanza che potrebbe portare a un ammorbidimento dell'estremismo della religione islamica (perchè non si tratta di chi è fondamentalista e chi no, ma si tratta del fatto che è l'Islam stesso una religione portata all'estremo). Ma su questo è difficile sperare poichè nei paesi che hanno già un esperienza generazionale dell'immigrazione musulmana vedono affermarsi sempre di più il bruttissimo fenomeno della "società nella società" che viaggia parallela ma completamente distaccata. Spesso creando un limbo in cui i pronipoti dei musulmani non si sentono nè algerini (per esempio) nè francesi (sempre per esempio).
Il futuro porta consiglio?
Vedremo.

lunedì 21 settembre 2009

Influenza A/H1N1

Cos'è la nuova influenza provocata dal virus A/H1N1? In questi giorni di incertezza, proviamo a fare chiarezza sulle cose fondamentali che abbiamo imparato finora su questo virus con tutte le informazioni ricavate nella rete da fonti del settore.

La febbre suina è una malattia respiratoria acuta dei maiali causata da virus influenzali di gruppo A. Dei vari sottotipi di virus isolati nei maiali i principali sono di tipo H1N1, cioè quelli responsabili dell’attuale epidemia umana. Dopo i primi casi della nuova influenza umana, che si sono verificati in seguito a contatti molto ravvicinati fra i maiali e l’uomo, il nuovo virus A/H1N1 si è adattato all'uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona.

Si badi bene: l'influenza suina non viene trasmessa attraverso il cibo e dunque non esiste alcun rischio d'infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o di prodotti a base di carne suina.

Quali sono i sintomi e come si distingue dalla "normale influenza"?

La “nuova” influenza si presenta essenzialmente con una triade di sintomi, rappresentata da febbre alta (oltre i 38 gradi) che insorge bruscamente, dolori muscolari e almeno uno fra questi sintomi respiratori: mal di gola, tosse, naso che cola. Di solito l’esordio della malattia si accompagna anche a mal di testa, a uno stato di debolezza (o facile affaticamento) più o meno intenso e qualche volta sono presenti nausea o vomito. Questi ultimi due sintomi però non sono tipici dell’influenza. Se sono presenti unicamente forte nausea, dolori addominali e diarrea è più probabile che non si tratti di influenza, ma di un' infezione gastrointestinale dovuta a uno dei tanti virus stagionali che possono colpire l’apparato gastroenterico.

In definitiva, dal punto di vista sintomatico, la nuova influenza non si distingue in alcun modo dalla classica influenza stagionale. La vera differenza è rappresentata dal fatto che l'influenza A si diffonde più rapidamente dell’influenza stagionale e quindi colpisce un maggior numero di individui perché, trattandosi di un nuovo virus, molte persone non hanno ancora gli anticorpi per difendersi.

Come si trasmette e per quanti giorni chi ne è affetto è contagioso?

La trasmissione da uomo a uomo del virus dell'influenza A/ H1N1 avviene principalmente attraverso le piccole goccioline di saliva che vengono emesse da tutti noi durante i colpi di tosse o gli starnuti, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Una via di contagio può essere il bacio, una carezza, bere dallo stesso bicchiere, fumare la stessa sigaretta o semplicemente stare a distanza ravvicinata con una persona infetta.
Come già detto, dunque, i virus della nuova influenza umana non sono trasmessi dal cibo, cioè mangiando maiale o prodotti a base di carne di maiale.
Di solito, le persone con influenza da nuovo virus A/H1N1 vengono considerate contagiose dal giorno precedente all’insorgere dei sintomi e per almeno quattro giorni successivi. I bambini, specialmente i più piccoli, possono potenzialmente diffondere il virus per periodi più lunghi.

È una malattia grave?

Come la forma stagionale, l’influenza suina nell'uomo può presentarsi in forma lieve o grave, ma va detto subito che al momento la gravità non appare fra le sue caratteristiche: la regola è la guarigione, non le complicanze e tantomeno la morte. Tanto è vero che, in Italia, su circa 1900 casi fino ad oggi riportati, è stato segnalato un solo caso di decesso. Il che significa che la mortalità è presumibilmente identica a quella dell’influenza classica stagionale.
La durata della malattia non oltrepassa di solito i 4-5 giorni. Possono fare eccezione i pazienti affetti da gravi malattie polmonari o cardiache, i
diabetici, gli individui con deficit del sistema immunitario (da cause varie) per i quali può risultare più prolungata o andare incontro a complicanze respiratorie.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti?

Se i sintomi, come spesso accade, sono lievi e la persona colpita è in buona salute è bene rimanere tranquilli, stare a casa, evitare i contatti ravvicinati con le altre persone (inclusi possibilmente i conviventi) e seguire alcuni
consigli terapeutici generali. Se i sintomi sono particolarmente intensi, la malattia si protrae oltre i normali 3-4 giorni oppure la persona è affetta da altre malattie importanti (cardiache, respiratorie, renali) è bene chiamare il medico, anziché recarsi di propria iniziativa al pronto soccorso. Una visita d’urgenza in ospedale può essere indicata solo nei casi particolari in cui insorgano difficoltà respiratorie particolarmente severe e il medico di famiglia non sia immediatamente reperibile.

Come si effettua la diagnosi?

In seguito all’incremento progressivo dei casi in Europa e in Italia sono stati rafforzati i sistemi di sorveglianza e non si ritiene più indispensabile la conferma di laboratorio dei casi sospetti. Pertanto la diagnosi si fonda prima di tutto sulla presenza dei sintomi sopra elencati.

Per la diagnosi di influenza nel bambino ricordate che:

  • nel lattante l'influenza si può manifestare solo con vomito e diarrea e la febbre rappresenta una evenienza eccezionale;
  • i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere i sintomi generali, ma manifestano il proprio malessere sotto forma di irritabilità, pianto o inappetenza;
  • in caso di febbre elevata, i bambini più piccoli presentano spesso occhi arrossati che sono indicativi di una congiuntivite;
  • all’età di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a laringite, bronchite e febbre elevata.

Attualmente l’indicazione è quella di eseguire l'analisi di laboratorio (solo su indicazione del medico) in tutti i casi caratterizzati da un andamento clinico impegnativo per il quale si ritiene opportuno richiedere un ricovero in ospedale. Ai fini della sorveglianza, inoltre, analisi di laboratorio sono effettuate a campione e nei casi che si sono manifestati in assenza di viaggi o di contatti con casi confermati. L’analisi si fa su un campione di secrezioni prelevate dalle prime vie respiratorie mediante un normale tampone nasale o faringeo entro 4/5 giorni dall'inizio dei sintomi (cioè, quando la persona è contagiosa).

Come si cura?

Come per le altre forme influenzali, la terapia normalmente prevede il riposo e l’assunzione di farmaci antipiretici per abbassare la febbre (primo fra tutti, il paracetamolo), analgesici o
antinfiammatori per calmare i dolori ed eventualmente sedativi della tosse. Il trattamento dei sintomi, l’assunzione di liquidi (acqua, tè, succhi di frutta) ed il riposo (protratto fino a 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre) sono in genere sufficienti per la completa guarigione nei casi non complicati.

Per alcuni soggetti a rischio (per esempio i bambini sotto i due anni, gli anziani sopra i 65 anni, i pazienti affetti da diabete, malattie croniche respiratorie, cardiovascolari, epatiche, ematologiche, neurologiche o neuromuscolari), i soggetti immunodepressi, le donne in gravidanza o in allattamento, gli asmatici in terapia e le persone obese può essere indicato l’impiego dei farmaci antivirali (zanamivir e oseltamivir).

Questi farmaci, che si assumono in compresse, sciroppi o spray per inalazione, combattono i virus dell’influenza agendo sulle proteine utilizzate dai virus per entrare nelle cellule dell’organismo ospite, sono efficaci contro tutti i virus influenzali e quindi anche quello della nuova influenza, l’H1N1, che è di tipo A.
Questi possono essere utili per ridurre i sintomi e ad abbreviare i tempi di guarigione, ma si devono adoperare solo previa prescrizione medica: la terapia andrebbe iniziata il prima possibile (funziona meglio se iniziata entro due giorni) e va protratta di regola per 5 giorni.

Attenzione però: usarli senza motivo potrebbe procurare anche dei danni. Il rischio infatti è che insorgano virus resistenti al farmaco, rendendolo inutile qualora l’assunzione diventi realmente necessaria. Questi farmaci si possono acquistare solo su prescrizione medica, non sono rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale e sono molto costosi. La comparsa di complicazioni (per esempio una bronchite o polmonite) può richiedere la prescrizione di una terapia antibiotica, che andrà comunque sempre effettuata da un medico.

Quali sono le principali norme di prevenzione?

Vaccinazione

L'arma migliore di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione della popolazione. Il vaccino specifico contro il virus A(H1N1) sarà presto disponibile.
In Italia, il Ministero della Salute ha già fissato le norme principali per l’esecuzione della campagna vaccinale gratuita che riguarderà circa il 40% della popolazione e prevede in una prima fase (a metà del mese di novembre) la vaccinazione di:

  • soggetti a rischio perché affetti da patologie croniche gravi;
  • personale sanitario che deve garantire le prestazioni assistenziali;
  • personale che garantisce gli aspetti di sicurezza del Paese (vigili del fuoco, polizia, protezione civile, etc);
  • personale che garantisce la continuità dei servizi cosiddetti essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc).

Entro la fine dell’anno sarà poi la volta dei soggetti affetti da malattie respiratorie fra i 2 e i 65 anni, mentre infine a partire da gennaio 2010 i vaccini saranno riservati alla popolazione sana fra i 2 e i 27 anni, cioè a quella fascia d'età che, dai dati sull'andamento mondiale della malattia da aprile ad oggi, risulta essere la più colpita dall'infezione che, in tali soggetti, si trasmette più facilmente.

Norme generali

Una volta che si è stati colpiti dalla nuova influenza, come del resto da qualunque altra forma infettiva virale delle vie respiratorie, è bene lavare le mani dopo aver tossito o dopo essersi soffiati il naso perche qui si vanno a depositare, attraverso le goccioline di saliva, le secrezioni infette.È bene poi evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca, usare ognuno il proprio asciugamano, le proprie stoviglie, evitare contatti ravvicinati con persone sane, per esempio baci o carezze, coprire con un fazzoletto (possibilmente di carta) naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto dopo l’uso nella spazzatura o nella biancheria da lavare.

Mantenere una distanza adeguata (circa un metro) tra persona e persona è considerata una misura sempre efficace per prevenire il contagio della malattia.
Si raccomanda infine di rimanere a casa se malati evitando di viaggiare, di recarsi al lavoro o a scuola, allo scopo di limitare i contatti possibilmente infettanti con altre persone e ridurre il rischio di complicazioni e infezioni da parte di altri microbi.

lunedì 7 settembre 2009

2012

Sabato 22 Dicembre 2012, fine del mondo?

Ormai nel mondo del web gira una specie di febbre che addita questa data, non tanto lontana per la verità, per la catastrofe prossima ventura. Ma su quali basi vengono portate avanti questo tipo di supposizioni? A dire la verità qualche dato reale c'è, e deriva dalla conoscenza scientifica che oggi possediamo del calendario delle popolazioni della civiltà Maya.

Come è possibile verificare, tra quelle popolazioni non si usava computare gli anni nel modo in cui noi lo facciamo oggi. Gli 'anni', o per meglio dire i cicli annuali erano di due tipi: il ciclo Tzolkin (che durava 260 giorni) e il ciclo Haab (che durava 365 giorni). Gli anni tra l'atro non si contavano accumulandoli uno sull'altro (1,2,3 ecc...) bensì veniva utilizzato il Lungo computo, ovvero una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20 molto complicato. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste cifre si scrivono da sinistra a destra come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente). Nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.19 (corrispondente al 5 luglio 2006).

Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 13.20.20.18.20 = 1.872.000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19). mentre la quinta andava da 1 a 13. Il primo giorno era perciò il 13.0.0.0.0 (4 Ahau nel ciclo Tzolkin).

I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi:

  • 20 giorni (prima cifra): uinal
  • 360 giorni (seconda cifra, 18*20 = 360): tun
  • 7200 giorni (terza cifra, 20*360 = 7200): k'tun
  • 144000 giorni (quarta cifra, 20*7200 = 144000): b'ak'tun
  • la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1872000 giorni (13*144000 = 1872000).

Secondo i Maya ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo. Il passaggio da un'era all'altra è segnato da catastrofi e distruzioni. Il ciclo attualmente in corso è iniziato il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed è molto vicino al termine. Infatti il nuovo ciclo inizierà appunto il 22 dicembre del 2012. Sabato 21 dicembre sarà dunque l'ultimo giorno del vecchio ciclo.

Le prove alle quali i sotenitori di questa teoria si appoggiano sono svariate:

  • L'Iperattività del sole nel Dicembre 2012 provocherebbe un vento solare tanto forte da danneggiare il campo magnetico terreste ed invertirne i poli. Da qui la distruzione di tutte le infrastrutture tecnologiche umane e il danneggiamento della ghiandola pineale umana. Tuttavia c'è da dire che tale attività aumenta ogni 11 anni e causa al massimo tempeste magnetiche che disturbano satelliti e telecomunicazioni. Perché il ciclo del 2012 dovrebbe essere diverso dai precedenti? Nell'intera storia dell'Homo Sapiens, da 30.000 anni fa ad oggi ci sono stati più di 2700 di questi cicli e nessuno di essi ha causato estinzioni di massa. In più non c'è prova scientifica del fatto che la ghiandola pineale risenta di campi magnetici intensi o invertiti.
  • Il calendario Maya, tra i più avanzati dell'antichità inizia nel 3114 a.C., dura 5125 anni e termina proprio il 21 Dicembre 2012. Pur considerando che il fatto che il calendario Maya termini il suo ciclo non significa nulla in termini scientifici.
  • Lo schema delle tre piramidi di Giza rispetto al fiume Nilo sarebbe l'immagine riflessa nella via lattea e delle tre stelle della cintura di orione (B). La mitologia egizia dice che nell'entrata della 6°era prevista per il 2012 (L'era dell'Acquario), si verificherà un crollo della civiltà. Questa previsione non ha alcuna rilevanza astronomica e va computata nell'ambito dell'astrologia.
  • Le profezie di Malachia indicano l'attuale papa come l'ultimo Pontefice. Questa è una premonizione attribuita a San Malachia di Armagh. La storia prende le mosse da una visione mistica che San Malachia avrebbe avuto. Essa fu trascritta nel testo dal titolo "Prophetia de Summis Pontificibus" in cui Malachia avrebbe descritto, in modo figurato, i 111 (o 112, a seconda delle versioni) i futuri papi da papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, indicando ognuno con un "motto". L'attribuzione a Malachia non è tuttavia sicura (il santo visse tra il 1094 e il 1148 mentre il testo fu pubblicato dal monaco benedettina Arnold Wion solo nel 1595). E va precisato che non tutti i "motti" hanno la stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare nello scorso secolo sono stati avanzati dubbi riguardo la precisione dei motti anteriori al 1600 e la minore precisione di quelli successivi.
  • Una profezia di Nostradamus indica il 2012 come termine della civiltà attuale. Non nel senso distruttivo però, pare ci sarà una "rivelazione" che cambierà il nostro modo di vedere il mondo. Ma è noto che Nostradamus, come molti presunti saccenti del passato, è spesso citato come una sorta di "profeta" in grado di indovinare eventi nel futuro dell'umanità. Ammettiamo ora che io avessi predetto, come fa Nostradamus (facendo uso di un linguaggio sufficientemente criptico) la caduta di un grande dittatore a partire dal 1980 per i successivi 30 anni. Ne avrei azzeccata una di sicuro. Infatti si è verificata la caduta di Ceausescu in Romania nel 1989 e di Saddam Hussein in Iraq nel 2003, solo per citare i più famosi. Una previsione di questo tipo, se data abilmente con una certa "vaghezza e approssimazione" e se estesa per un periodo sufficientemente lungo (per esempio 400 anni) azzeccherà di sicuro un avvenimento che andrà ad accadere.