lunedì 21 settembre 2009

Influenza A/H1N1

Cos'è la nuova influenza provocata dal virus A/H1N1? In questi giorni di incertezza, proviamo a fare chiarezza sulle cose fondamentali che abbiamo imparato finora su questo virus con tutte le informazioni ricavate nella rete da fonti del settore.

La febbre suina è una malattia respiratoria acuta dei maiali causata da virus influenzali di gruppo A. Dei vari sottotipi di virus isolati nei maiali i principali sono di tipo H1N1, cioè quelli responsabili dell’attuale epidemia umana. Dopo i primi casi della nuova influenza umana, che si sono verificati in seguito a contatti molto ravvicinati fra i maiali e l’uomo, il nuovo virus A/H1N1 si è adattato all'uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona.

Si badi bene: l'influenza suina non viene trasmessa attraverso il cibo e dunque non esiste alcun rischio d'infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o di prodotti a base di carne suina.

Quali sono i sintomi e come si distingue dalla "normale influenza"?

La “nuova” influenza si presenta essenzialmente con una triade di sintomi, rappresentata da febbre alta (oltre i 38 gradi) che insorge bruscamente, dolori muscolari e almeno uno fra questi sintomi respiratori: mal di gola, tosse, naso che cola. Di solito l’esordio della malattia si accompagna anche a mal di testa, a uno stato di debolezza (o facile affaticamento) più o meno intenso e qualche volta sono presenti nausea o vomito. Questi ultimi due sintomi però non sono tipici dell’influenza. Se sono presenti unicamente forte nausea, dolori addominali e diarrea è più probabile che non si tratti di influenza, ma di un' infezione gastrointestinale dovuta a uno dei tanti virus stagionali che possono colpire l’apparato gastroenterico.

In definitiva, dal punto di vista sintomatico, la nuova influenza non si distingue in alcun modo dalla classica influenza stagionale. La vera differenza è rappresentata dal fatto che l'influenza A si diffonde più rapidamente dell’influenza stagionale e quindi colpisce un maggior numero di individui perché, trattandosi di un nuovo virus, molte persone non hanno ancora gli anticorpi per difendersi.

Come si trasmette e per quanti giorni chi ne è affetto è contagioso?

La trasmissione da uomo a uomo del virus dell'influenza A/ H1N1 avviene principalmente attraverso le piccole goccioline di saliva che vengono emesse da tutti noi durante i colpi di tosse o gli starnuti, ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Una via di contagio può essere il bacio, una carezza, bere dallo stesso bicchiere, fumare la stessa sigaretta o semplicemente stare a distanza ravvicinata con una persona infetta.
Come già detto, dunque, i virus della nuova influenza umana non sono trasmessi dal cibo, cioè mangiando maiale o prodotti a base di carne di maiale.
Di solito, le persone con influenza da nuovo virus A/H1N1 vengono considerate contagiose dal giorno precedente all’insorgere dei sintomi e per almeno quattro giorni successivi. I bambini, specialmente i più piccoli, possono potenzialmente diffondere il virus per periodi più lunghi.

È una malattia grave?

Come la forma stagionale, l’influenza suina nell'uomo può presentarsi in forma lieve o grave, ma va detto subito che al momento la gravità non appare fra le sue caratteristiche: la regola è la guarigione, non le complicanze e tantomeno la morte. Tanto è vero che, in Italia, su circa 1900 casi fino ad oggi riportati, è stato segnalato un solo caso di decesso. Il che significa che la mortalità è presumibilmente identica a quella dell’influenza classica stagionale.
La durata della malattia non oltrepassa di solito i 4-5 giorni. Possono fare eccezione i pazienti affetti da gravi malattie polmonari o cardiache, i
diabetici, gli individui con deficit del sistema immunitario (da cause varie) per i quali può risultare più prolungata o andare incontro a complicanze respiratorie.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti?

Se i sintomi, come spesso accade, sono lievi e la persona colpita è in buona salute è bene rimanere tranquilli, stare a casa, evitare i contatti ravvicinati con le altre persone (inclusi possibilmente i conviventi) e seguire alcuni
consigli terapeutici generali. Se i sintomi sono particolarmente intensi, la malattia si protrae oltre i normali 3-4 giorni oppure la persona è affetta da altre malattie importanti (cardiache, respiratorie, renali) è bene chiamare il medico, anziché recarsi di propria iniziativa al pronto soccorso. Una visita d’urgenza in ospedale può essere indicata solo nei casi particolari in cui insorgano difficoltà respiratorie particolarmente severe e il medico di famiglia non sia immediatamente reperibile.

Come si effettua la diagnosi?

In seguito all’incremento progressivo dei casi in Europa e in Italia sono stati rafforzati i sistemi di sorveglianza e non si ritiene più indispensabile la conferma di laboratorio dei casi sospetti. Pertanto la diagnosi si fonda prima di tutto sulla presenza dei sintomi sopra elencati.

Per la diagnosi di influenza nel bambino ricordate che:

  • nel lattante l'influenza si può manifestare solo con vomito e diarrea e la febbre rappresenta una evenienza eccezionale;
  • i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere i sintomi generali, ma manifestano il proprio malessere sotto forma di irritabilità, pianto o inappetenza;
  • in caso di febbre elevata, i bambini più piccoli presentano spesso occhi arrossati che sono indicativi di una congiuntivite;
  • all’età di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a laringite, bronchite e febbre elevata.

Attualmente l’indicazione è quella di eseguire l'analisi di laboratorio (solo su indicazione del medico) in tutti i casi caratterizzati da un andamento clinico impegnativo per il quale si ritiene opportuno richiedere un ricovero in ospedale. Ai fini della sorveglianza, inoltre, analisi di laboratorio sono effettuate a campione e nei casi che si sono manifestati in assenza di viaggi o di contatti con casi confermati. L’analisi si fa su un campione di secrezioni prelevate dalle prime vie respiratorie mediante un normale tampone nasale o faringeo entro 4/5 giorni dall'inizio dei sintomi (cioè, quando la persona è contagiosa).

Come si cura?

Come per le altre forme influenzali, la terapia normalmente prevede il riposo e l’assunzione di farmaci antipiretici per abbassare la febbre (primo fra tutti, il paracetamolo), analgesici o
antinfiammatori per calmare i dolori ed eventualmente sedativi della tosse. Il trattamento dei sintomi, l’assunzione di liquidi (acqua, tè, succhi di frutta) ed il riposo (protratto fino a 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre) sono in genere sufficienti per la completa guarigione nei casi non complicati.

Per alcuni soggetti a rischio (per esempio i bambini sotto i due anni, gli anziani sopra i 65 anni, i pazienti affetti da diabete, malattie croniche respiratorie, cardiovascolari, epatiche, ematologiche, neurologiche o neuromuscolari), i soggetti immunodepressi, le donne in gravidanza o in allattamento, gli asmatici in terapia e le persone obese può essere indicato l’impiego dei farmaci antivirali (zanamivir e oseltamivir).

Questi farmaci, che si assumono in compresse, sciroppi o spray per inalazione, combattono i virus dell’influenza agendo sulle proteine utilizzate dai virus per entrare nelle cellule dell’organismo ospite, sono efficaci contro tutti i virus influenzali e quindi anche quello della nuova influenza, l’H1N1, che è di tipo A.
Questi possono essere utili per ridurre i sintomi e ad abbreviare i tempi di guarigione, ma si devono adoperare solo previa prescrizione medica: la terapia andrebbe iniziata il prima possibile (funziona meglio se iniziata entro due giorni) e va protratta di regola per 5 giorni.

Attenzione però: usarli senza motivo potrebbe procurare anche dei danni. Il rischio infatti è che insorgano virus resistenti al farmaco, rendendolo inutile qualora l’assunzione diventi realmente necessaria. Questi farmaci si possono acquistare solo su prescrizione medica, non sono rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale e sono molto costosi. La comparsa di complicazioni (per esempio una bronchite o polmonite) può richiedere la prescrizione di una terapia antibiotica, che andrà comunque sempre effettuata da un medico.

Quali sono le principali norme di prevenzione?

Vaccinazione

L'arma migliore di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione della popolazione. Il vaccino specifico contro il virus A(H1N1) sarà presto disponibile.
In Italia, il Ministero della Salute ha già fissato le norme principali per l’esecuzione della campagna vaccinale gratuita che riguarderà circa il 40% della popolazione e prevede in una prima fase (a metà del mese di novembre) la vaccinazione di:

  • soggetti a rischio perché affetti da patologie croniche gravi;
  • personale sanitario che deve garantire le prestazioni assistenziali;
  • personale che garantisce gli aspetti di sicurezza del Paese (vigili del fuoco, polizia, protezione civile, etc);
  • personale che garantisce la continuità dei servizi cosiddetti essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc).

Entro la fine dell’anno sarà poi la volta dei soggetti affetti da malattie respiratorie fra i 2 e i 65 anni, mentre infine a partire da gennaio 2010 i vaccini saranno riservati alla popolazione sana fra i 2 e i 27 anni, cioè a quella fascia d'età che, dai dati sull'andamento mondiale della malattia da aprile ad oggi, risulta essere la più colpita dall'infezione che, in tali soggetti, si trasmette più facilmente.

Norme generali

Una volta che si è stati colpiti dalla nuova influenza, come del resto da qualunque altra forma infettiva virale delle vie respiratorie, è bene lavare le mani dopo aver tossito o dopo essersi soffiati il naso perche qui si vanno a depositare, attraverso le goccioline di saliva, le secrezioni infette.È bene poi evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca, usare ognuno il proprio asciugamano, le proprie stoviglie, evitare contatti ravvicinati con persone sane, per esempio baci o carezze, coprire con un fazzoletto (possibilmente di carta) naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto dopo l’uso nella spazzatura o nella biancheria da lavare.

Mantenere una distanza adeguata (circa un metro) tra persona e persona è considerata una misura sempre efficace per prevenire il contagio della malattia.
Si raccomanda infine di rimanere a casa se malati evitando di viaggiare, di recarsi al lavoro o a scuola, allo scopo di limitare i contatti possibilmente infettanti con altre persone e ridurre il rischio di complicazioni e infezioni da parte di altri microbi.

lunedì 7 settembre 2009

2012

Sabato 22 Dicembre 2012, fine del mondo?

Ormai nel mondo del web gira una specie di febbre che addita questa data, non tanto lontana per la verità, per la catastrofe prossima ventura. Ma su quali basi vengono portate avanti questo tipo di supposizioni? A dire la verità qualche dato reale c'è, e deriva dalla conoscenza scientifica che oggi possediamo del calendario delle popolazioni della civiltà Maya.

Come è possibile verificare, tra quelle popolazioni non si usava computare gli anni nel modo in cui noi lo facciamo oggi. Gli 'anni', o per meglio dire i cicli annuali erano di due tipi: il ciclo Tzolkin (che durava 260 giorni) e il ciclo Haab (che durava 365 giorni). Gli anni tra l'atro non si contavano accumulandoli uno sull'altro (1,2,3 ecc...) bensì veniva utilizzato il Lungo computo, ovvero una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20 molto complicato. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste cifre si scrivono da sinistra a destra come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente). Nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.19 (corrispondente al 5 luglio 2006).

Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 13.20.20.18.20 = 1.872.000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19). mentre la quinta andava da 1 a 13. Il primo giorno era perciò il 13.0.0.0.0 (4 Ahau nel ciclo Tzolkin).

I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi:

  • 20 giorni (prima cifra): uinal
  • 360 giorni (seconda cifra, 18*20 = 360): tun
  • 7200 giorni (terza cifra, 20*360 = 7200): k'tun
  • 144000 giorni (quarta cifra, 20*7200 = 144000): b'ak'tun
  • la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1872000 giorni (13*144000 = 1872000).

Secondo i Maya ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo. Il passaggio da un'era all'altra è segnato da catastrofi e distruzioni. Il ciclo attualmente in corso è iniziato il 6 settembre del 3114 avanti Cristo ed è molto vicino al termine. Infatti il nuovo ciclo inizierà appunto il 22 dicembre del 2012. Sabato 21 dicembre sarà dunque l'ultimo giorno del vecchio ciclo.

Le prove alle quali i sotenitori di questa teoria si appoggiano sono svariate:

  • L'Iperattività del sole nel Dicembre 2012 provocherebbe un vento solare tanto forte da danneggiare il campo magnetico terreste ed invertirne i poli. Da qui la distruzione di tutte le infrastrutture tecnologiche umane e il danneggiamento della ghiandola pineale umana. Tuttavia c'è da dire che tale attività aumenta ogni 11 anni e causa al massimo tempeste magnetiche che disturbano satelliti e telecomunicazioni. Perché il ciclo del 2012 dovrebbe essere diverso dai precedenti? Nell'intera storia dell'Homo Sapiens, da 30.000 anni fa ad oggi ci sono stati più di 2700 di questi cicli e nessuno di essi ha causato estinzioni di massa. In più non c'è prova scientifica del fatto che la ghiandola pineale risenta di campi magnetici intensi o invertiti.
  • Il calendario Maya, tra i più avanzati dell'antichità inizia nel 3114 a.C., dura 5125 anni e termina proprio il 21 Dicembre 2012. Pur considerando che il fatto che il calendario Maya termini il suo ciclo non significa nulla in termini scientifici.
  • Lo schema delle tre piramidi di Giza rispetto al fiume Nilo sarebbe l'immagine riflessa nella via lattea e delle tre stelle della cintura di orione (B). La mitologia egizia dice che nell'entrata della 6°era prevista per il 2012 (L'era dell'Acquario), si verificherà un crollo della civiltà. Questa previsione non ha alcuna rilevanza astronomica e va computata nell'ambito dell'astrologia.
  • Le profezie di Malachia indicano l'attuale papa come l'ultimo Pontefice. Questa è una premonizione attribuita a San Malachia di Armagh. La storia prende le mosse da una visione mistica che San Malachia avrebbe avuto. Essa fu trascritta nel testo dal titolo "Prophetia de Summis Pontificibus" in cui Malachia avrebbe descritto, in modo figurato, i 111 (o 112, a seconda delle versioni) i futuri papi da papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, indicando ognuno con un "motto". L'attribuzione a Malachia non è tuttavia sicura (il santo visse tra il 1094 e il 1148 mentre il testo fu pubblicato dal monaco benedettina Arnold Wion solo nel 1595). E va precisato che non tutti i "motti" hanno la stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare nello scorso secolo sono stati avanzati dubbi riguardo la precisione dei motti anteriori al 1600 e la minore precisione di quelli successivi.
  • Una profezia di Nostradamus indica il 2012 come termine della civiltà attuale. Non nel senso distruttivo però, pare ci sarà una "rivelazione" che cambierà il nostro modo di vedere il mondo. Ma è noto che Nostradamus, come molti presunti saccenti del passato, è spesso citato come una sorta di "profeta" in grado di indovinare eventi nel futuro dell'umanità. Ammettiamo ora che io avessi predetto, come fa Nostradamus (facendo uso di un linguaggio sufficientemente criptico) la caduta di un grande dittatore a partire dal 1980 per i successivi 30 anni. Ne avrei azzeccata una di sicuro. Infatti si è verificata la caduta di Ceausescu in Romania nel 1989 e di Saddam Hussein in Iraq nel 2003, solo per citare i più famosi. Una previsione di questo tipo, se data abilmente con una certa "vaghezza e approssimazione" e se estesa per un periodo sufficientemente lungo (per esempio 400 anni) azzeccherà di sicuro un avvenimento che andrà ad accadere.